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Gli storioni tornano nell’Adriatico grazie al progetto LIFE con capofila Regione Lombardia e al Parco del Ticino

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Per la prima volta in Italia, dopo oltre mezzo secolo, lo Storione ladano, estinto dagli anni ‘70 del secolo scorso, e lo Storione cobice sono tornati a colonizzare il mar Adriatico. Un evento scientifico di grande rilevanza che non ha riscontro in campo nazionale.

Milano, 21 ottobre 2019 – Solo oggi se ne ha la conferma: gli storioni liberati nel Fiume Ticino con i progetti LIFE stanno tornando a ripopolare il Mare Adriatico dopo oltre mezzo secolo di assenza. Si tratta di esemplari di storione cobice (Acipenser naccarii) e storione ladano (Huso huso) che il Parco ha allevato nei propri ambienti e poi liberato in fiume.

Lo storione cobice è una specie su cui il Parco del Ticino sta concentrando i propri sforzi di conservazione da più di quindici anni attraverso diversi progetti LIFE-NATURA.
I risultati di oggi giungono a coronamento di un lungo e duro lavoro di miglioramento delle proprie strutture produttive, di affinamento delle competenze tecniche del suo personale e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica che il Parco ha svolto con grande determinazione, anche grazie alle tante collaborazioni attivate tramite i LIFE, in particolare con G.R.A.I.A. srl (www.graia.eu).

Lo storione cobice del bacino del Po, animale naturalmente migratore anadromo, quindi portato a trascorrere il tempo del suo accrescimento in mare presso le coste e a risalire i fiumi solo per compiervi la riproduzione, era ormai da decenni confinato con una piccola popolazione adattatasi alla vita stanziale nel basso fiume Ticino dove, peraltro, il Parco con il progetto LIFE Ticino BOISOURCE ha proposto l’istituzione di un’area protetta dedicata inserita nella Rete Natura 2000 – il SIC “Siti riproduttivi di Acipenser naccarii”.

La sfida era rinforzarne la popolazione e riportarlo alla vita anadroma, favorendone la ricolonizzazione del reticolo del Po in cui era originario. Oggi possiamo dire che la sfida è stata vinta! Dal 2017 il Fiume Po è stato reso di nuovo percorribile grazie al progetto LIFE-NATURA Con.Flu.Po di cui è stato capofila Regione Lombardia – DG Agricoltura, con la realizzazione del passaggio per pesci più grande d’Europa a Isola Serafini, che ricollega i due rami del Po posti a valle della grande diga con il tratto di monte. Questo permette ai pesci di risalire e ridiscendere il fiume spontaneamente, come accadeva prima dalla realizzazione dello sbarramento negli anni ‘50 del secolo scorso. Nel frattempo si sono ripetute le immissioni di pesci allevati in cattività. Tra le migliaia di animali liberati, cento esemplari prossimi all’età adulta sono stati muniti di trasmettitore ad ultrasuoni inserito chirurgicamente nell’addome. I loro segnali (unici per ciascun pesce che ne è dotato) possono essere rilevati sia dai ricevitori portatili utilizzati dai ricercatori che ne seguono i movimenti nelle prime fasi dal rilascio, sia da boe fisse posizionate lungo il Po fino al Delta (dove sono tenute sotto stretta osservanza dalla Provincia di Rovigo), in grado di registrarli e archiviarli per una lettura successiva effettuata periodicamente.

Proprio i segnali emessi da un esemplare di Storione cobice rilasciato sopra Piacenza nel maggio 2017 sono stati registrati centinaia di chilometri a valle, nei pressi di Papozze (RO) nell’aprile 2018.

Nella stessa area sono rilevati da 2 anni i segnali di altri 13 storioni, appartenenti ad un nucleo rilasciato nel rovigotto, testimoniando il riacquisto del primordiale istinto di questa specie di stazionare in area di foce all’approssimarsi dell’età riproduttiva (raggiunta oltre i 10 anni d’età in media).

Ma questi non sono gli unici segnali della riconquista del mare da parte degli storioni. Quella dello Storione ladano o beluga (Huso huso) era una sfida ancor più ambiziosa!

Il pesce a tutti noto come il più grande d’acqua dolce mai esistito in Italia e in Europa, era infatti purtroppo scomparso da decenni dai bacini adriatici. Il Parco del Ticino con il progetto LIFE Ticino BIOSOURCE si è lanciato nell’impresa della sua reintroduzione, mai tentata prima nel nostro Paese. La specie è tuttora presente in natura, seppure con popolazioni ormai ridotte al lumicino, nei bacini dell’Est Europeo, dove si estende la sua area di distribuzione originaria e da dove provengono gli esemplari accresciuti dal Parco e utilizzati per i primi tentativi di reintroduzione. Appurato che le condizioni ambientali sono favorevoli al suo ritorno, con il LIFE sono state avviate nel 2018 le prime immissioni di esemplari giovani: finora ne sono stati rilasciati oltre 300 di un anno e mezzo d’età, lunghi in media 60-80 cm. Nella primavera del 2019, una ventina di esemplari di circa 20Kg di peso ciascuno sono stati rilasciati in Ticino muniti di trasmettitore. I passaggi di tre di questi animali sono stati registrati dalle boe fisse, permettendo di farne rilevare l’arrivo fino al Delta.

Prosegue l’impegno costante della Regione Lombardia volto a tutelare la biodiversità dei nostri ambienti. – ha dichiarato Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione Lombardia – Oggi abbiamo il piacere di comunicare pubblicamente il raggiungimento di un risultato rilevante sotto il profilo scientifico. Il lavoro di squadra funziona. Stiamo attuando progetti lungimiranti con opere infrastrutturali di rilievo europeo che si rivelano estremamente efficaci. Non posso far altro che ringraziare i tecnici della Regione Lombardia. Il Po e il Ticino hanno un patrimonio faunistico inestimabile che vogliamo valorizzare nel miglior modo possibile”.

Celebriamo un evento scientifico di grande rilevanza che non ha riscontro almeno in campo nazionale – commenta il Vicepresidente del Parco del Ticino, Cristina Chiappa – . Questa notizia ha origini lontane e penso si possa collocare nel 2017 quando Regione Lombardia con il Life ConFluPo ha permesso la realizzazione del passaggio pesci a Isola Serafini. Ringrazio Regione Lombardia per aver dato un contributo determinante alla riapertura dei percorsi fluviali ostruiti da strutture antropiche che impediscono la normale migrazione della fauna ittica; ringrazio i partner l’Agenzia interregionale per il fiume Po, l’Autorità di Bacino del Po, la regione Emilia-Romagna, la Provincia di Piacenza, Provincia di Rovigo e la Società Graia. Un ruolo fondamentale nel progetto l’ha avuto il Parco del Ticino, in particolare il Settore Faunistico che si è occupato della riproduzione artificiale, dell’immissione nel fiume e del monitoraggio di diverse specie ittiche, e ha proposto un progetto Life, come il Ticino Biosource, complesso ed articolato. Anche questo – conclude Cristina Chiappa – è un esempio della capacità del Parco di raggiungere risultati importanti che mi rendono orgogliosa di rappresentarlo in questo momento”.